novembre 2004
SONO TORNATO
 
Quando ero soltanto un cronista spesso rimproveravo i dirigenti delle società di calcio femminile di non avere una visione globale del movimento e guardare sempre e solo a ciò che succedeva nel proprio orticello. Poi la vita va avanti e dopo qualche anno mi sono ritrovato a fare il presidente di una società. Mio malgrado, ho perso un po' alla volta quella visione globale che ritenevo tanto importante: ci sono sempre così tanti problemi da risolvere e così tante cose da fare che diventa difficile, anzi impossibile, riuscire a mantenere una visione oggettiva di tutto il calcio femminile.

Così mentre la notorietà di Calciodonne.net continuava ad essere in aumento io mi trovavo sempre più in difficoltà a gestirlo, un po' per mancanza di tempo e di energie, un po' anche per una distrazione mentale dovuta al mio orticello pisano.

Questo spiega la pesante ristrutturazione del sito in questi giorni, adesso, con qualche lusso in meno, dovremmo riuscire a mantenere un passo costante nelle informazioni. (Scusatemi, ma il rinnovamento grafico continuiamo a rimandarlo, preferisco ancora dare spazio alle informazioni e alle idee della base.)

Quando nacque il sito di Ennio Ottaviani, "Tutto il calcio femminile", non esisteva nessun altro modo per avere informazioni sul calcio femminile in Italia. Era il giugno del 1997. La sgangherata rivista Calcio Donne Magazine nacque dopo e nacque proprio perchè il sito di Ennio stava raggruppando le forze di vari "profeti" in giro per l'Italia e fino a quel momento pressochè isolati l'uno dall'altro.
Credo che quello sia stato un grande momento storico per l'informazione sul calcio femminle e per il calcio femminile nel suo complesso. Ma non sono in molti a riconoscerlo esplicitamente.

Ennio mi passò il testimone nel periodo dello "scandalo delle Marche", la primavera del 2000. Altro momento storico. Prima di allora c'erano stati altri scandali per il mondo del calcio femminile, quasi sempre legati al nervo più sensibile: il tema dell'omosessualità, sul quale i mass-media amano gettarsi come sciacalli. Le società di A erano appena riuscite ad imporsi con uno sciopero, ottenendo la trasmissione di una partita su RaiSportSat e guarda un po' che combinazione, poco dopo arriva lo scandalo. Ma questa volta c'era Internet. Il fatto storico in questo caso è che per la prima volta il movimento ha risposto agli attacchi, in passato li aveva sempre subiti senza reagire o senza riuscire a reagire, ma la rivoluzione di Internet ha portato anche a questo. Il Guerin Sportivo fu messo al tappeto, incapace di spiegare il motivo per cui non gli fregasse un bel niente delle partite, ma dedicasse cinque pagine allo scandalo (e senza neppure fare delle ricerche accurate). In un certo senso il Guerin Sportivo fu costretto, per tutta la stagione successiva, a dedicare una pagina al calcio femminile per fare ammenda.
Ma anche su questo momento storico il silenzio è... assordante (come si usa dire).

Nei mesi successivi dedicai molto tempo e molte energie per tenere in vita Calcio Donne Magazine e migliorarlo. Coinvolsi la casa editrice Mariposa che già pubblicava l'Annuario, dopo varie trattative si partì con la rivista Calcio Donne. Anche quello poteva essere un momento storico: infatti finalmente il sito del calcio femminile, che divenne allora Calciodonne.net, l'Annuario e la rivista viaggiavano, o avrebbero dovuto viaggiare, di pari passo. Poi le cose andarono come andarono, la storia è raccontata in altre pagine di Calciodonne.net.

Quello che voglio dire adesso è che io ritengo questi tre momenti di valore storico, perchè hanno prodotto un cambiamento nell'informazione e nella cultura. E ne rivendico la paternità da condividere con Ennio Ottaviani (che ha fondato il sito) e Luca Barboni (che ha fatto nascere l'annuario). Ritengo anche che le altre persone coinvolte abbiano avuto un ruolo marginale e spesso pure ambiguo.

Forse il mio più grosso difetto in questi anni è sempre stato quello di essere una persona fondamentalmente ingenua. Tanto ingenua da soffrire esageratemente per i sotterfugi e tradimenti messi in atto da chi avrebbe dovuto collaborare per un fine comune ma che invece cercava soltanto visibilità personale. Tanto ingenua da non capire il motivo per cui chi viene dopo sceglie la concorrenza piuttosto della collaborazione. Tanto ingenua da essere sul punto di abbandonare una "cosa grande", trascinato nell'orticello della mia società sportiva.

L'errore che ho commesso in questi ultimi due-tre anni è stato quello di cercare una via professionale a Calciodonne.net. E' impossibile, ci vuole troppo lavoro e poi si perde lo spirito originario. Calciodonne.net deve restare orgogliosamente amatoriale ed essere davvero la voce del movimento. Forse questo non ci rende simpatici alle istituzioni: pazienza, faremo senza di loro, come abbiamo sempre fatto.